Luci e ombre_Sana 2018_parte 2

Vi invito a leggere quanto segue come un giochino.
Arrivati alla fine, unite le lettere iniziali dei vari paragrafi e scoprirete un concetto importante....
Ogni lettera rappresenta qualcosa che mi ha colpito particolarmente, non ho parlato di tutto, ma solamente di quello che mi ha colpito. E se vi siete perse l'"editoriale", eccolo qui https://esidaruc.blogspot.com/2018/09/sana2018parte1.html ( ma vi avverto è un po' lungo).


S come le tante Stories e foto che ho visto su IG al punto che, come ho già detto, la prossima volta sarei potuta restare comodamente sul divano di casa:-) Se fossi restata a casa, però, non avrei potuto:
incontrare finalmente di persona Ilaria con cui ci rincorriamo da anni (che nel frattempo ha chiuso il suo blog, ma che continua a fare la MUA e quest'anno ha vinto il wedding awards 2018 di matrimonio.com); conoscere "la Luciana" che ispira simpatia a pelle, almeno quanto quella che mi ispirava dal suo blog Biomirta; dare un volto a beautycamente che seguivo senza sapere che si chiamasse Serena; scoprire che una certa Lady lo è di nome e di fatto, bellissima e dolcissima; soprattutto, riabbracciare la Franci, la VIP ecobio che più adoro ;-)
E allora le storie più belle restano quelle umane.

P come Padiglioni. Se la mia visita al Sana è stata una "toccata e fuga", ho imparato che, con due padiglioni, non si può più fare "toccata" e che servono almeno due giornate per fare poi "fuga". Inoltre, forse non le ho trovate io, ma mi sembra che non ci fossero mappe degli espositori dei singoli padiglioni (me ne sarebbe bastata anche una stile pannello all'entrata di ciascun padiglione). Bisognava  perciò andare a pescare le singole aziende, una ad una, dal "calderone" dell'elenco in ordine alfabetico espositori sulla pianta-guida cartacea, dove però c'era di tutto, anche il settore alimentare. Ci ho rinunciato per ovvi motivi di tempo e di treni. La prossima volta andrò più preparata, facendomi un piano  di marcia già da casa.

M come strette di Mani.
La prima è stata quella con Paola Chessa di Giadadistributions, con la quale mi sarebbe piaciuto parlare più a lungo, perché ha il merito di aver scelto marchi interessanti da distribuire. Almeno tre sono contenta che, grazie a lei, siano ora reperibili in Italia: Inika Organic che già usavo  di cui ho parlato spesso sul blog (trovate swatches, scelta colore etc.); Kester Black che è uno dei pochi smalti "ten free" cioè senza ben 10 sostanze dannose solitamente presenti in questo tipo di prodotto; le stupende e profumatissime candele di Munio Candela che, dal vivo, mi sono piaciute tanto.
La seconda è quella di Michele Rinaldi, che ne ha due "d'oro" perché è il primo parrucchiere in Italia ad avere una SPA in cui usa prodotti e tinte interamente naturali.  Nonostante la ressa da star al suo stand, sono riuscita a carpirgli un suggerimento per i capelli maschili. Michele mi è sembrata la novità più interessante del Sana 2018: non solo prodotti, ma finalmente persone che utilizzano la cosmesi naturale anche in modo professionale.
Non era l'unico stand dove era possibile farsi fare una messa in piega (quest'anno mi è parso si potesse fare in ogni dove, anche troppo!), ma è stato sicuramente quello che mi incuriosiva di più, avendolo seguito nei mesi tramite i social e avendo visto tutte le sue meraviglie di "prima" e "dopo" i suoi trattamenti. Mi auguro che nuovi parrucchieri in tutta Italia diventino bravi come lui.
La terza è stata quella con Marina di Biomarina, che ammiro perché ha sempre voglia di migliorarsi anche attraverso pareri e suggerimenti. Il packaging dei suoi prodotti è molto bello, i suoi prodotti per capelli fra i miei preferiti.

D come piccoli Dettagli che mi hanno colpita: il packaging degli oli essenziali di una piccola azienda in provincia di Fano, Culturanatura, scelto da Laura, la sua titolare; il mondo di fate e storie celtiche degli oggetti di Incantesimo Studio; il modello di occhiali indossati dalla makeupartist di Liquidflora (di cui purtroppo non ricordo il nome) che mi ha insegnato un trucchetto per applicare il loro fondotinta storico e mi ha spiegato anche l'attenzione che dedicano alle donne nei reparti di oncologia (hanno creato anche un mascara che favorisce la crescita delle ciglia: non farà miracoli, ma aiuta).

come Una chiacchierata interessante, anzi almeno due che ho fatto.
Con Silvia di Montalto Bio mi sono trovata a "parlare la stessa lingua" e mi sarei fermata per ore ad ascoltarla raccontare dei loro prodotti ( da notare, lei ha occhi azzurri stupendi che si accendono parlandone), della memoria dell'acqua, della radice di luce (un loro ingrediente prediletto) e di un'azienda che ha 60 anni e grande ricerca e qualità: crea dei trucchi bellissimi che finalmente sono riuscita a swatchare (e il nuovo eyeliner della linea Baciamibio, che ho provato sul braccio, ci è restato intatto fino alla sera!). Ha diverse linee, quella che mi ha colpito di più è quella alla canapa perché promette un effetto "cortisonsimile" grazie alla combinazione di ingredienti quali cappero-fico d'india-foglie di olivo. Montalto Bio, fra l'altro, pubblica una rivista con cadenza annuale, "Autentic Beauty", che ho preso e che sarà una goduria da leggere. "Autentic Beauty" è anche l'omonimo titolo di un progetto fotografico che, in questi giorni di fiera, ha trasformato lo stand in un set fotografico  i cui protagonisti sono stati i visitatori.
Con Luana di Rasayana biocosmesi abbiamo parlato di etica, di packaging, di attenzione per l'ambiente, della sua storia professionale e della sua azienda; abbiamo parlato anche di utilizzo delle erbe ayurvediche, quelle difficili da usare per una inetta come me a fare paciughi ( dopo diversi tentativi e decine di tutorial, non riesco ancora a preparare un methi decente eh eh) e quelle contenute nei loro prodotti, come, ad esempio la maschera per capelli 2 in 1, a base di Amla e Brahmi, da poter applicare, a seconda dei casi, con una posa più breve o più lunga.

S come Stand che non sono riuscita a vedere: più di uno e inutile citarveli tutti. Più di tutti mi dispiace non essere passata da Quanticlicium (stavo per farlo quando mi sono accorta che era tardi e che avrei perso il treno): i prodotti che ha lanciato al Sana (uno shampoo in mousse e un elixir per capelli), per una portatrice sana di ricci, si presentano come una vera tentazione...

come Aloe, l'ingrediente almeno per me, di questa fiera. "Aloe come se non ci fosse un domani" letto in ogni dove ai primi posti di INCI spesso molto simili fra loro, in vecchi marchi ma soprattutto in nuovi: alle volte ho tirato al largo, altre mi sono ritrovata qualche campioncino in borsa da provare. (Del resto chi si fa produrre da laboratori terzi, senza sapere molto di cosmesi naturale, acquista formulazioni standard.) E' più odio che amore per me: l'aloe sembra la panacea, invee per chi ha pelle sensibile come la mia può essere il demonio. Stavolta varrà forse la pena dargli un'altra chance, almeno in due casi. Il primo è stato in assoluto il più entusiasmante patch test che io abbia mai fatto! Luigi di La Saponaria mi è testimone, il loro nuovo gel d'aloe mi ha dimostrato che c'è aloe e aloe: il loro non appiccica e non mi ha dato reazione. E' bello riuscire a parlare con qualcuno che ci capisce di formulazioni e di ricerca, qualcuno che, quando ti spiega come è nato un prodotto della sua azienda, ha lo stesso entusiasmo del contadino che raccoglie per te la primizia migliore del proprio orto. La nuova linea corpo Radici ha odori stupendi e flaconi in bioplastica: le creme, che erano in esposizione (carota-vaniglia e l'altra iris-zenzero) e che ho solamente toccato e annusato allo stand, mi sono sembrate molto invitanti.
Il secondo caso, è stato una piccola azienda delle Marche, Benessence ( che produce da decenni aloe e ha pensato bene di farci anche una linea di cosmesi biologica): l'INCI dei loro prodotti è assolutamente ok dal punto di vista del bio , ma, a mio gusto personale, il loro mi ha fatto storcere un po' il naso. Hanno, però, un proprio laboratorio e l'umiltà (o intelligenza) di affidarsi almeno ad una consulente esperta come Barbara Righini (vi rimando anche alle riflessioni di Barbara post Sana): questo mi fa ben sperare che possano migliorare, vedremo se lo faranno.

N come aziende che Non che non mi sono piaciute. Non credo di dover aggiungere altro a quanto ho scritto qui: https://esidaruc.blogspot.com/2018/09/sana2018parte1.html

A come Aziende che, invece, mi sono piaciute: quelle in cui riesci a parlare con i titolari e non con un responsabile marketing qualsiasi, quelle che non ti chiedono se sei una blogger , una consumatrice o un negozio, quelle che non fanno differenze e che amano parlare dei loro prodotti e della loro azienda con tutti, perché per loro il numero che conta è 1, la persona.
Una fra tutte, Biofficina Toscana: riesce a cavalcare il marketing senza rinnegare se stessa e i propri valori. Allora se la routine coreana va di moda, è riuscita a farla " a modo suo", partendo, come sempre, dalle materie prime a km zero di aziende toscane (frutti rossi, elicriso, malva), le stesse usate in prodotti non-novità che però sono ancora validissimi e sarebbe un peccato che andassero nel dimenticatoio. Se poi dappertutto ci sono maschere in tessuto, lei ha cavalcato l'onda (un'azienda deve pur fare business, non è che sia senza scopo di lucro!), ma le ha create in cellulosa biodegradabile, oppure in confezioni richiudibili e riutilizzabili, inventandosi un meraviglioso e divertente sistema di applicazione che, in realtà è "l'acqua calda" (cioè applicare tipi diversi di maschere a seconda del tipo di pelle nelle diverse zone del viso) ma che, nei colori e nello stile di Biofficina Toscana, sembra un rituale originale e ben più divertente: il multimasking.

A come Abbracci: uno fra tutti, il più bello, il più emozionante, quello con Francesca Capriglione di Latte e Luna. Andate a guardare il bel progetto fotografico Lilith nello specchio. Si, forse si può crescere come aziende, senza rinnegare se stesse e i propri valori...

Adesso unite le lettere iniziali dei paragrafi di questo articolo e scoprirete un concetto importantissimo....lo avete capito? Se la parola che esce non vi sembra di senso compiuto, non vi preoccupate, era solamente una piccola strategia di "marketing" per farvi arrivare in fondo alla lettura, una boutade;-)

Ah, un'ultima cosa: non ho "bottini" da mostrarvi, ma ho almeno quattro pacchi di dischetti struccanti da testare, ho scelto un rossetto rosso mat di Piteraq da comprare e uno rosso freddo da regalare; non ho speso soldi per scoprire novità, ma con il 20% di sconto fiera, ho riacquistato prodotti che amo già.

Immagini in ordine sparso:









6 commenti

  1. Cara sono assolutamente d'accordo con te, la parte migliore sono proprio i nostri incontri, i nostri abbracci, i nostri saluti...mi ha fatto un immenso piacere. Con affetto vissia

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  2. É stato un grande piacere incontrarti...e finalmente sostituire la tua figura immaginaria (criniera biondo platino extra volume 😄) con quella autentica ❤️😍!! Ti abbraccio!!!

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    1. Lo è stato anche per me! Biondo platino alè ahahahah :-P

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  3. Non posso che condividere il tuo papiro dell'articolo precedente così come questo. Ed è proprio per questo che nonostante le tante richieste dei miei "follower" anche se non mi piace chiamarli così ho dato poco spazio ai social se non per qualche diretta che trovavo davvero interessante ( metti Michele mentre racconta le sue erbe credo sia qualcosa di magico ) e per tanto condivido con te. La seconda volta che vado al sana ( ero stata nel 2016) e le cose già in due anni sono cambiate molto. Aziende che mirano solo ai numeri, al risultato finale ma amando questo mondo preferisco vedere sempre la luce in fondo al tunnel e per tanto Michele è stata una di queste e mi ha accolta al suo stand presentandomi come una semplice persona siciliana dove questi trattamenti c'è li sogniamo. Mi ha trattato davvero come neanche il mio parrucchiere fa e mi ha fatto sentire super coccolata. Biofficina come dici tu rimane per me tra quelle aziende famose e presenti in un po' tutte le bioprofumerie che riescono a mantenere un'etica e nulla a me è servito molto per capire chi sta dietro e chi per me merita un po' del mio tempo perché al di là di una formulazione verde ci sono principi che neanche i soldi riescono a comprare. Il fenomeno Ig e tutte quelle ragazzine ( e non..) che ormai aprendo un profilo e riuscendo a raggiungere numeri che io neanche in 5 anni ho raggiunto mi spaventano...mi spaventano perché vedo come le aziende preferiscano questo a chi vive davvero la propria vita all'insegna del biologico che non è una modo ma una scelta a 360°... son felice che comunque in questo settore al di là della novità ci sia gente come te, come me...che ancora valorizza chi davvero ci mette il cuore !

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    1. Cara Valentina, ti ringrazio per aver letto il mio papiro e per aver lasciato qui questo tuo commento in cui esprimi la tua esperienza al Sana. Sono contenta che questi miei articoli abbiano dato qualche spunto di riflessione e abbiano fatto emergere punti di vista comuni, soprattutto fra chi è appassionata dal settore da diversi anni come me e te... e alcune altre come noi. Un'azienda, un lavoratore o una lavoratrice deve fare lucro, ma si può farlo (o almeno tentare di farlo) senza mai dimenticare il cuore, soprattutto in un settore come questo.

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