Intervista a Claudia Lami di Biofficina Toscana

Da anni oramai documentarmi sulla cosmesi è qualcosa che mi piace fare, ma spesso reperire le notizie non è così facile, soprattutto perché spesso le fonti sono approssimative se non addirittura fuorvianti. Alle volte confrontarsi direttamente con le aziende è il modo migliore per avere risposte certe e competenti, ma mi sono resa conto che non è sempre così e che di aziende in cui c'è una vera cognizione di causa dei processi produttivi -complice anche il fatto che molte di esse fanno produrre i propri cosmetici da laboratori terzi- non è poi così facile avere un confronto che non sfoci in risposte vaghe, spesso anche non del tutto esaustive, se non addirittura inesatte. Soprattutto sulla questione "nichel" nei cosmetici, cioè la possibile presenza di un metallo pesante che provoca reazioni in molte persone allergiche ad esso, c'è in giro un'ignoranza diffusa. Come non finirò mai di ripetere, diffidate da chi dice "nei nostri prodotti non c'è nichel per legge"...e ci mancherebbe, non è un ingrediente! Però il nichel è ubiquitario (cioè residui possono comunque essere presenti durante la lavorazione di un cosmetico oppure anche nella natura stessa degli elementi d'origine, benché naturali) e quindi in tracce, anche significative e pertanto potenzialmente allergizzanti per chi soffre di questa allergia, potrebbe essere comunque esserci. Questo vuol dire che, come ho avuto modo di spiegare altre volte, non esistono prodotti "nichel free", ma possono esistere solamente prodotti "nichel tested". Dal mio punto di vista, questo non vuol dire che vanno demonizzati tutti i prodotti che non hanno la certificazione (in realtà non è una vera e propria certificazione ma un test), cioè non è detto che se un prodotto non ha la dicitura "nichel tested" contenga per forza nichel, però la certificazione attesta che i livelli sono al di sotto di una certa soglia e quindi questo dà certezza al consumatore su ciò che sta acquistando.
Nella cosmesi cosiddetta "ecobio", dove l'attenzione al cliente e la cura nei processi di lavorazione è spesso molto elevata, diverse aziende fanno testare i loro prodotti per quanto il nichel. Chi è allergico al nichel sa bene però che, non essendo un'allergia solo da contatto, anche ingerire tutta una serie di cibi ad alto contenuto di nichel scatena la reazione, perciò molte persone, quando leggono che in un prodotto interamente naturale c'è "pomodoro" o "frutti rossi", fanno 2+2=4 e non capiscono come, ad esempio, un "olio di mandorle dolci" possa essere testato al nichel certificandone una quantità <1ppm se le mandorle in sé, come cibo, lo contengono. 
Ho pensato perciò di porre qualche domanda sull'argomento direttamente a chi i cosmetici " li fa" partendo da un'azienda che stimo molto, sia perché da anni amo i prodotti che crea, sia perché credo che le fondatrici siano persone molto  competenti (oltre che innamorate del loro lavoro): Biofficina Toscana  Ecco quindi una mia breve intervista a Claudia Lami con cui diverse volte ho avuto conversazioni di approfondimento sulla cosmesi interamente naturale, visto che è persona davvero preparata e disponibile.  Dopo una laurea  specialistica in Scienze e tecnologie per l'ambiente ad indirizzo agro-forestale, da anni lavora oramai a tempo pieno al laboratorio dei cosmetici della sua azienda, fondata con Eva Casagli.


foto dal laboratorio dell'azienda Biofficina Toscana
l nichel è un metallo ubiquitario, ma è anche intrinsecamente presente in alcuni vegetali o nelle argille. Come è possibile creare dei cosmetici con, ad esempio,  la vostra linea ai frutti rossi (che nell'alimentazione di una persona allergica al nichel sono banditi) ma con percentuali di nichel <0,001%?
Claudia: L'estratto di frutti rossi (Rubiox nel nostro caso) è inserito in percentuali controllate nelle nostre formulazioni, nel Latte corpo ai frutti rossi ad esempio è al 3%, in un prodotto dove sono presenti tanti altri ingredienti. In questo modo riusciamo a tenere sotto controllo anche il nichel.
Chiaramente quindi mangiare una quantità di frutti rossi è diverso dallo spalmarsi una crema che ne contiene una quantità ridotta.

In cosa consiste esattamente la certificazione? (lavorazione, procedure etc.)
Claudia: Il test del nichel non è una vera certificazione, con un organo di controllo terzo che effettua delle verifiche (si parla di certificazione vera e propria nel caso di Icea o Icea Lav), ma è un procedimento di analisi effettuato in un laboratorio accreditato per verificare la presenza di questo metallo.
Nello specifico il laboratorio di riferimento a cui ci affidiamo per il test procede in questo modo (te lo riassumo in modo schematico, per punti) :

- Il campione viene pesato con precisione fino al decimo di mg;

- Viene seccato in stufa per togliere l'acqua tramite evaporazione;

- Il residuo viene inserito in muffola (una specie di stufa particolare che raggiunge i 600 °C) in cui avviene la combustione dei composti organici;

- A questo punto rimangono solo le ceneri, principalmente costituite dai sali presenti;

- Si effettua una mineralizzazione a caldo di ciò che è rimasto: ovvero un attacco in soluzione acida per disciogliere i sali presenti, tra cui quelli di Nichel, se presenti;

- Il campione viene filtrato, ottenendo una soluzione acquosa acidificata limpida.

- Il processo permette dunque di passare da un cosmetico a una soluzione acquosa acidificata, di facile lettura per gli strumenti in uso nei laboratori

- In particolare il laboratorio di analisi ha un ICP ottico, che è in grado di leggere tutti i metalli presenti nel campione in circa tre minuti. In questo modo si quantifica il valore del Ni presente nel cosmetico dal valore letto in quello della soluzione, correggendolo per il Volume della soluzione e per la Pesata iniziale. 

Perché la vostra azienda ha scelto di essere un'azienda con prodotti nichel tested?
Claudia: Sicuramente per dare un'informazione chiara e sicura al numero sempre più importante - e in crescita - di persone allergiche a questo metallo.

A quali altri metalli pesanti è testata e perché?
Claudia: Attualmente non effettuiamo test su altri metalli pesanti perchè non ne abbiamo mai avuto specifica richiesta da parte dei nostri consumatori.

Hai qualche informazione aggiuntiva da voler dare a chi sta leggendo questa breve intervista? 
Claudia: Il test del nichel viene da noi effettuato su ogni lotto di produzione di tutti i nostri prodotti.
Se prendiamo ad esempio il Latte corpo ai frutti rossi, da una nostra produzione all'altra possono passare anche 3-4 mesi, quindi spesso cambia anche la fornitura di materie prime da cui è composto il cosmetico (tensioattivi, estratti, conservanti, emulsionanti....). Quindi per scongiurare la presenza di nichel anche nella nuova fornitura di ingredienti, effettuiamo ad ogni produzione del latte corpo ai frutti rossi il nichel test.

Per chi volesse approfondire la storia di Biofficina Toscana, vi segnalo la recente intervista pubblicata qui http://www.tuscanypeople.com/biofficina-toscana-cosmesi-ecobio/

Nota bene: Per chi avesse dubbi, nessuno mi ha pagata o omaggiata di prodotti per scrivere questa intervista che è stata una mia libera iniziativa. In passato mi è capitato di ricevere prodotti dall'azienda Biofficina Toscana ma senza alcun impegno nel doverne scrivere sul blog. Come potrete leggere dai diversi post nel mio blog sono io stessa che volentieri acquisto oramai da anni, di mia iniziativa, i loro prodotti perché mi ci trovo bene.

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